Chiesa del Carmelo
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Chiesa di San Francesco D’Assisi (Convento dei Frati Cappuccini)

Il convento dei Cappuccini sorge all’estremità della via Giudea, un tempo chiamata “Judea o Colle dei greci” perché, nel XIV secolo vi abitavano 25 famiglie Ebree. Come si evince da un’iscrizione posta sui gradini, il Convento venne fondato nel 1589 dai Padri Cappuccini i cui nomi sono ignoti.
Il primo convento dei Cappuccini in Calascibetta sorse nel 1534 nella valle che separa da Enna. Esso fu successivamente abbandonato e ne fu costruito un altro (inaugurato il 21 settembre 1589) nella collinetta di via Giudea.
Tra il ‘600 e il ‘700 nel Convento vi erano almeno 30 frati ed ognuno di loro esercitava un mestiere.
Nel corso degli anni poté godere dei lasciti di parecchi benefattori, fino a quando nel 1866 insieme all’annessa Chiesa di S. Francesco passò al demanio; infatti furono estromessi i Cappuccini e le loro stante furono abitate dai Carabinieri e da varie famiglie. La chiesa venne affidata al Clero Secolare.
Successivamente avvenne che tre laici di Gangi (Frate Antonio, Fra’ Santi e Fra’ Gioacchino), costretti all’abito cappuccino, andarono ad Enna a lavorare per raggranellare una somma di denaro tale da consentire il riacquisto di qualche Convento. Non trovando lavoro ad Enna, tornarono a Calascibetta per far riaprire il Convento insieme a Padre Giuseppe Federico: presero contatti con le autorità e ottennero l’autorizzazione a poter usufruire di un angolo dello stesso con la scusa di custodirne il Convento e mantenere il culto della Chiesa. I quattro frati avevano formato la prima comunità religiosa della provincia alla quale si unirono altri che col primo lavoro riuscirono ad acquistare il terreno del “Facchiumello”, appartenuto prima ai frati Cappuccini.
Nel 1885 poterono comprare tutto il Convento e l’orto, tranne la posizione della stazione ippica e il cimitero. Il Municipio si riservò il patronato della Chiesa, cedendo l’uso ai frati, con l’obbligo di mantenere il culto. Nel 1937, in base al concordato tra Santa Sede ed il Governo italiano, venne anch’essa rivendicata in proprietà.
Tutt’ora nel convento vi sono pochi frati che si occupano della gestione del Convento e del culto della Chiesa.
Dal 1923 al 1927 vi furono alcuni restauri all’interno, altri vennero eseguiti nel 1977.
La chiesa presenta una sola navata con delle cappelle laterali in una delle quali si innalza il Crocifisso con l’addolorata, con sotto una reliquia di Padre Simone Napoli, in un’altra risiede la statua di S.Francesco d’Assisi, nell’altra la statua di San Pio da Pietralcina, in un’altra ancora l’Immacolata Concezione e infine la statua di S.Antonio di Padova.
Nella sacrestia si trova un tabernacolo in legno del 1600 scolpito a mano, in ottime condizioni. Il convento custodisce inoltre una biblioteca di un valore inestimabile divisa in due settori: il primo contiene volumi antichi, mentre il secondo contiene libri successivi al 1927 tutt’oggi sotto la direzione di Padre Mario Caruso. Sono presenti circa 7000 opere letterarie risalenti al 1500 circa. Alcune trattano argomenti religiosi, altre riguardano argomenti di medicina.
Nei volumi di antica data manca il nome dell’autore, perché nei tempi antichi si dava maggiore rilevanza al personaggio a cui l’opera era dedicata. Opera di rilievo è la preziosissima tela sopra l’altare del 1600 che raffigura i tre Re Magi che offrono i doni al Bambino Gesù, il quale se ne sta in grembo alla Vergine. La dipinse Filippo Paladini quando esiliò per affari pubblici a Mazzarino..
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