Chiesa del Carmelo
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Chiesa Maria SS. del monte Carmelo
Nel 1371 inizia la costruzione del Convento dei Padri Carmelitani. Esso abbracciava l’attuale Municipio, la casa Parrocchiale, la villa comunale e la Chiesa della SS. Trinità, da cui proviene il gruppo marmoreo “L’Annunciazione”, attribuito al Gagini, oggi posto dietro l’altare maggiore dell’attuale tempio del Carmelo.
A ridosso dell’antico convento nel 1771 sorgerà la Chiesa dei Carmelitani. L’intero complesso si trovava fuori dalle mura della città, tra il borgo medievale e il Quartiere ebraico. Infatti, alla città fortificata si accedeva attraverso la Porta dell’Aquila, posta sulla Via Conte Ruggero, distante un centinaio di metri.
Nei secoli seguenti fu fondata la Congregazione di Maria SS. Del Monte Carmelo, con l’aspirazione principale la venerazione della cappella di Maria SS. del Carmelo, retta da capitoli che regolavano la vita associativa in ogni dettaglio. L’associazione si impegnò in atti di solidarietà tra i soci, quando la protezione sociale era ancora del tutto assente.
Agli agricoltori che spesso si trovavano in difficoltà diede particolare impulso la formazione dei cosiddetti monti frumentari o colonna frumentaria; attingere a tale disponibilità veniva chiamato succursu (soccorso).
L’ordine dei carmelitani a Calascibetta fu soppresso nel 1659 e ripristinato successivamente nel 1665. Gli ultimi dati conosciuti sul convento dei carmelitani datano 1859 anno in cui erano presenti sette frati tra cui il mazzarinese padre maestro Mariano Margiotta, priore reggente.
Federico II d’Aragona, nel 1324, emanò da Castrogiovanni il proclama con cui fu imposto alle comunità ebraiche di abitare fuori le mura cittadine “in luoghi siffatti distinti e separati dalle case dei cristiani”.
Anche Calascibetta si adeguò a questo proclama; il risultato dell’editto continua ancora oggi a produrre i suoi effetti, non più naturalmente per separare gli ebrei dai cristiani, ma per regalare alla città l’attuale Piazza Umberto I col suo vasto spazio, non usuale nei piccoli centri dell’ennese.
Il primo parroco della neo-parrocchia fu Mons. Colajanni Liborio, a cui segue successivamente il parroco Paolo Castagna.
L'edificio restaurato nel 2007 è a navata unica, mostra in due altari i marmi pregiati della vecchia chiesa demolita e usati per la sepoltura del barone Antonio Lo Vecchio senior. La chiesa presenta delle nicchie con 2 altari per lato: nel primo altare di sinistra una pittura di Domenico Provenzana (1895), con i santi carmelitani, insieme alla statua di un santo, mentre nel secondo altare sempre a sinistra un crocifisso ligneo. Entrando a destra troviamo una nicchia ricavata nel muro ove è posta una marmorea Fonte Battesimale.Poco più avanti la cantoria con un organo a canne e ancora proseguendo più avanti l'altro altare datato 898, opera e dono di Croce Sodaro, insieme alla statua di Maria e il Bambinello con ai piedi un frate carmelitano.
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