
Realmese
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Valle Coniglio
L’esistenza di questa necropoli fu accertata nel 1950 in seguito ad una prima breve ricognizione condotta da alcuni membri della stessa missione archeologica guidata da L.B. Brea.
Individuata infatti una prima tomba a camera ipogea, scavata nella roccia, l’esplorazione di Valle del Coniglio portò alla scoperta di altre 20 tombe, tipo logicamente analoghe alla precedente ed in buono stato di conservazione, sebbene in parte violate.
Le tombe, tutte a camera ipogeica e pianta rettangolare, in qualche caso dotate di banchine disposte lungo le parenti e anche di una fossa centrale, si presentano a soffitto piano o con una copertura a doppio spiovente. Sono inoltre raggruppabili in 4 gruppi, tre dei quali ubicati a nord della valle e a diversi livelli tra loro, il quarto a sud della stessa, le cui tombe sono più modeste per dimensioni.
Delle 21 tombe esplorate tra il 1950 e il 1951, attualmente non tutte sono individuabili, essendo stati gli ingressi col tempo nuovamente occultati da depositi di terra. Parte dei manufatti costituenti tali corredi è riconducibile al cosiddetto vasellame da tavola: ampiamente attestati sono infatti vasi, coppe, contenitori per liquidi, come anfore e idre per l’acqua. Documentati sono inoltre le ceramiche da cucina e i contenitori da toletta.
Pochi, all’interno delle sepolture, gli oggetti di ornamento personale come fibule e anelli, oltre ad alcune spirali per capelli in argento che, rinvenute all’interno di una sola delle tombe, costituiscono gli unici pezzi in materiale prezioso dell’intera necropoli.
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